Sei amministratore di una SRL? Il tuo patrimonio personale potrebbe essere a rischio!
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A prima vista potrebbe sembrare una forzatura, in realtà è proprio così.
L’amministratore potrebbe essere chiamato a rispondere, dei debiti societari, con il proprio patrimonio.
A partire dal 2019, infatti, molte cose sono cambiate in merito alle responsabilità dell’organo amministrativo e di controllo.
Tutto questo è dovuto all’entrata in vigore del Codice della crisi.
Dal 15/07/2022 entreranno in vigore tutte le norme che regolano la materia, con l’intento di far emergere eventuali situazioni di squilibrio, economico e finanziario, ed intercettare eventuali indizi di crisi aziendale.
Ma andiamo con ordine…
Già dal 16/03/2019 sono in vigore le modifiche apportate all’art. 2086 c.2 del Codice Civile:
«L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della
rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il
superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale»
L’articolo è molto chiaro e definisce con cura il contesto. L’imprenditore è obbligato ad implementare in azienda “adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili”; l’obiettivo di questa implementazione è quello di intercettare eventuali fattori che possano evidenziare la tendenza a perdere la continuità aziendale.
Il legislatore, quindi si preoccupa di imporre all’imprenditore di misurare alcuni parametri vitali della propria azienda al fine di:
– Verificare l’esistenza di continuità aziendale
– Creare valore
– Rendere le aziende virtuose.
Alla base di tutto vi è il concetto di misurazione. Solo misurando è possibile gestire i processi.
“Non si può gestire ciò che non si può misurare” (Norton & Kaplan)
A maggior ragione adesso che la misurazione della continuità aziendale è diventato un OBBLIGO DI LEGGE!
Ma cosa intendiamo per continuità aziendale?
La continuità è quella condizione in cui si trovano tutte le aziende che sono in grado di dimostrare, con ragionevole certezza, la propria capacità di esistenza operativa per un periodo di tempo definito.
Per poter dimostrare tutto ciò è necessario implementare i già menzionati adeguati assetti organizzativi,
amministrativi e contabili e, soprattutto, stabilire degli indici di performance (dei KPI) in grado di consentire all’imprenditore di dimostrare di avere sotto controllo la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della propria azienda.
In sostanza, continuità aziendale significa:
“fare OGGI tutto quello che è necessario per assicurare un futuro MIGLIORE alla propria azienda”.
L’imprenditore deve fare due cose:
1) Istituire gli adeguati assetti in funzione della rilevazione tempestiva di eventuali indizi di perdita della continuità aziendale;
2) Attivarsi, senza indugio, per il recupero della continuità.
Le norme, in definitiva, cercano di creare una netta distinzione tra:
1) L’imprenditore sfortunato, cioè quello che ha incontrato difficoltà oggettive che lo hanno portato ad evidenziare sintomi di perdita di continuità;
2) L’imprenditore fraudolento, cioè quello che con convinzione ha perpetuato azioni ed attività pur essendo consapevole che quelle azioni avrebbero portato l’azienda ad uno stato di insolvenza.
Ritorniamo al concetto di adeguati assetti amministrativi, organizzativi e contabili: adeguati significa in grado di intercettare eventuali indizi di crisi. Ma indizio non significa prova.
C’è una bella differenza. Mentre la prova è un dato di fatto, l’indizio porta a pensare alle possibili future conseguenze.
L’indizio, cioè, presuppone che ci sia ancora tempo per risanare la situazione. A condizione che esistano strumenti in grado di individuare l’indizio.
Facciamo un esempio:
Se tuo figlio prende un cattivo voto, diciamo un 5 al compito di italiano, questo rappresenta una prova che la situazione è irrecuperabile? Oppure, più semplicemente, è un indizio che ci porta a pensare che studiando di più, seguendo delle lezioni private, ecc., la situazione possa migliorare e che il 5 possa trasformarsi in un 7 in pagella?
Questo significa che sull’indizio si può ancora lavorare andando a modificare una situazione pregressa. Ma questo è possibile solo se esiste un sistema di allertamento precoce. Ed è proprio questo l’obiettivo che il legislatore intende perseguire: “l’allerta precoce impedisce conseguenze disastrose”.
Facciamo un altro esempio:
Hai mal di gola? È un indizio che potresti ammalarti. Che fai? Individuato l’indizio ti adoperi per evitare di ammalarti, e quindi ti copri, prendi le medicine adeguate per evitare di raffreddarti o di procurarti altre patologie. “Agire sull’indizio significa, quindi, prevenire il danno”
A partire dal 15/07/2022 entreranno in vigore nuove norme che regoleranno la materia.
Possiamo dire che il Codice della crisi entrerà definitivamente in vigore.
Questo comporterà un vero e proprio cambio di paradigma da parte di imprenditori e professionisti.
Sarà necessario ridisegnare le priorità introducendo gli strumenti di “misurazione” all’interno di ogni impresa.
Strumenti di controllo quantitativi, ma anche qualitativi.
Sarà necessario mettere in atto un processo evolutivo che tenga conto anche dell’ambiente sociopolitico in cui si opera, della concorrenza che diverrà sempre più forte, dello sviluppo tecnologico.
Come detto, bisognerà monitorare i parametri quantitativi ma anche qualitativi:
Formazione, sia dell’imprenditore che dei suoi collaboratori;
Innovazione, ogni prodotto ha il proprio ciclo di vita; non si potrà più attendere la decadenza di un prodotto prima di attivarsi per individuare prodotti tecnologicamente più evoluti;
Attenzione al clima aziendale, motivando i propri collaboratori e ottenendo in cambio maggiore produttività;
Attenzione al grado di soddisfazione dei propri clienti, a da questo che parte lo stimolo al miglioramento continuo dei processi aziendali;
Siamo di fronte ad un vero e proprio cambio di scenario.
Il mancato adeguamento potrebbe portare aziende, apparentemente virtuose, a sprofondare in uno stato di difficoltà.
(Articolo preso dal sito della Società Distriko, di cui lo Studio Zappanico fa parte)
Il consiglio di Distriko e dello Studio Zappanico è quello di non sottovalutare gli effetti dell’entrata in vigore delle norme relative alla misurazione della continuità aziendale e dell’impatto che avranno su tutto il contesto imprenditoriale.
Lo Studio Zappanico è a disposizione per una consulenza gratuita.